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Diario di bordo 2006
Parte 2 - da Santa Maria di Leuca fino al canale di Corinto
19. maggio 2006 - 4. luglio 2006

19. maggio fino al 23. maggio, Santa Maria di Leuca - Corfù, Marina Gouvia
All'alba del giorno seguente lasciamo Santa Maria di Leuca con un leggero venticello da maestrale in direzione di Corfù. Nel canale d'Otranto onde e vento girano a sudest ed aumentano. Per non fare troppa strada con mare e vento in fronte, giriamo per Othonoi, una delle tre isolette al nord di Corfù, dove ancoriamo nella ampia baia Ormos Phyki.
Avevamo letto tante notizie contrastanti sulla navigazione nello stretto tra Corfù e la terraferma albanese che si avvicinano fino ad un miglio di distanza. Molti di questi articoli sconsigliavano questo passaggio a causa della pirateria albanese. Alcuni più recenti dicevano che non c'è nessun problema e che l'esercito greco chiude un occhio alle trasgressioni del divieto di transito nel tratto di mare lungo la costa di Corfù .
Quello che ci stupisce di più, già ad Othonoi, è la vegetazione rigogliosa che a volte arriva fino al livello del mare. Paesaggi bellissimi con abeti che come forma ricordano i cipressi. Puro contrasto con la costa albanese che si vede ad est, spoglia, rocciosa e bruciata dal sole. Non può essere un fattore naturale. Molto probabilmente già da epoche antiche le foreste sono state tagliate e il legno usato come meteriale da costruzione e come risorsa energetica.

 
a sinistra: la cala a nord di Othonoi, a destra: la "foresta di alberi" nella Marina Gouvia

Dopo una notte tranquilla con vento costante da SE continuamo per Corfù. A ridosso dell'isola di Corfù il mare è sopportabile, malgrado il vento di prua di forza 5. Sulla rotta verso lo stretto, ancoriamo nell'Ormos Vourlias, nel bel mezzo del divieto di transito, su di un fondo sabbioso antistante la spiaggia. Acqua cristallina ma con soli 17°C troppo fredda per fare un bagno. Ed è già fine maggio!
A terra un bel paesaggio con alcuni alberghi. Rimaniamo qui per la notte. Le formalità di entrata in Grecia possono aspettare...
Il giorno seguente, dopo un paio di soste lungo la costa, arriviamo alla marina Gouvia verso le 4 del pomeriggio e già all'entrata del porto, l'impatto con le consuetudini greche dei giorni feriali...
Alle nostre ripetute chiamate sui canali VHF 69 e 16 non risponde nessuno. L'ufficio del marina è chiuso la domenica. Ci inoltriamo nel porto e dopo un po di tempo finalmente arriva l'ormeggiatore in una barchetta.
Il lunedì riusciamo ad espletare tutte le formalità di entrata dall'harbor master che ha un piccolo ufficio nella marina. Le formalità (sono necessari: la licenza della barca, il certificato di assicurazione e i passaporti), il rilascio del Private Pleasure Maritime Traffic Document e la crewlist costano in tutto 45 Euro. Il PPMTD ha tante di quelle caselle libere per i timbri di entrata e di uscita dai porti, che ci basterà sicuramente per più di un anno. Visto anche, che preferiamo ancorare nelle baie piuttosto che attraccare nei porti.
Il pomeriggio prendiamo l'autobus numero 7 lungo la strada principale a 4 corsie non lontano dal marina per andare alla città di Corfù (ogni ora c'è un autobus che si ferma alla fermata di Kontokali 10 minuti dopo le ore intere) per comprare una SIM prepagata Vodafone per accedere ad internet con il laptop usando il cellulare come modem. Seconda sorpresa: il lunedì pomeriggio tutti i negozi sono chiusi (anche il pomeriggio del mercoledì e del sabato). Gli orari di apertura sono all'incirca 8:30 fino alle 14:00 e 18:30 fino alle 21:00. Probabilmente avevamo letto troppo poco accuratamente i diari di viaggio in Grecia...
Bah! Vuol dire che bisogna ritornarci domani. Intanto facciamo una lunga passeggiata nella bella città di Corfù e cerchiamo un pescivendolo per comprare un po di pesce. Terza sorpresa: il pesce in Grecia si compra faticosamente direttamente dai pescatori e bisogna naturalmente prima conoscere le loro abitudini...

 
Corfù   Lo stile ricorda parecchio l'Italia

Il giorno seguente prendo nuovamente l'autobus per Corfù, compro una SIM Vodafone specificando ripetutamente che mi serve per accedere ad internet attraverso il laptop. No problem dice la gentile commessa, attiva GPRS ecc. Mi ero portato il laptop e chiesi alla signorina, se potevo provare subito a connettermi. Mi risponde di no, che bisogna aspettare almeno 24 ore per l'attivazione del GPRS...
Di ritorno a Gouvia per fare un po di spesa nel grosso Supermarket AB vicino alla fermata dell'autobus. Quarta sorpresa: i cesti pieni di frutta e verdura sono molto malcurati, il marcio è mischiato col fresco. Disordine, malcuranza, apatia. Al reparto carne un quadro simile. Non ci sono i bei prosciutti, le belle mortadelle e i bei salami come siamo abituati in Italia. Bisognerà abituarsi...

Dal 23 maggio fino al 10 giugno, Corfù - Mourtos - Paxos - Antipaxos - Mourtos - Corfù...due volte...
Verso mezzogiorno finalmente riusciamo a lasciare l'ormeggio e ci lasciamo guidare dalla "bibbia" (che non è però sempre attuale) di Rod Heikell attraverso l'arcipelago ionico.
Ci dirigiamo verso la terraferma, subito dopo la frontiera con l'Albania, per andare a dare un'occhiata alla baietta Ormos Pagani, quasi completamente chiusa e che dovrebbe essere molto idillica.
Gli allevamenti ittici sono come segnati sulla carta elettronica e nel libro di Heikell. La caletta è veramente molto ben protetta ed idillica se...se non ci fossero gli allevamenti ittici sarebbe veramente un paradiso. L'acqua è però uno schifoso brodo opaco e verde. A terra i capannoni di servizio degli allevamenti. Più tardi una piccola flottiglia di barche inglesi si unisce a noi nella piccola baia. Questa gente deve essere veramente temprata e vaccinata contro tutte le malattie perché con grande piacere fanno un lungo bagno in quell'acqua orribile. Non vogliamo restare più a lungo di così, salpiamo l'ancora piena di fango e proseguiamo lungo la costa verso sud ed ancoriamo nell'Ormos Plataria. Una bella baia con una bella spiaggia ma anche qui l'acqua non è al di sopra di ogni sospetto.
Il giorno seguente il verricello fa fatica a spedare l'ancora dal fondo fangoso. Non ci sarebbe stato nessun pericolo di andare alla deriva...
Vogliamo fare finalmente il bagno e queste baie profonde non sono assolutamente adatte in questa regione. Allora proviamo a sud dell'isoletta Nisis Syvota e caliamo l'ancora nell'acqua cristallina. Anche la temperatura dell'acqua è sopportabile, così che finalmente posso dare una pulita alla linea d'acqua, all'elica, ai trasduttori degi ecoscandagli ed anche all'antivegetativa dove cominciavano a crescere alghe ovattate. Con la maschera vediamo anche un vasto campo di cocci d'anfora e un grosso pesce ci viene incontro senza nessuna paura. E' un ballista, un tipico pesce tropicale. Piuttosto rari in mediterraneo. Non ne avevo mai visto uno in libertà.
Per la notte ci spostiamo nella cala sotto un monastero diroccato vicino a Mourtos ed ancoriamo su di un fondo di sabbia pulita.

 
a sinistra: la baia Ormos Pagani, a destra: l'ancoraggio sotto il rudere del monastero a Mourtos

La mattina seguente vogliamo provare a comprare un po di pesce dai pescatori ed andiamo al porticciolo con il gommoncino. Finalmente ci riusciamo. Il pescatore mi guarda con un'aria molto preoccupata, questo pesce, un piccolo dentice, è un'ottimo pesce e costa caro...infatti era abbastanza caruccio ma cucinato al forno con le patate, era veramente ottimo.
La prossima tappa ci porta a Paxos. Nella baia di Lakka c'è risacca, allora continuamo verso sud ed ancoriamo dietro all'isolotto Aghios Nicolaos, fuori del porto di Gaios dove parecchie barche di una flottiglia si contendono i pochi posti. Qui c'è una bella calma. Niente ancore accavallate, niente rumore, niente guardoni.
Il giorno dopo, vogliamo vedere, com'è la baia fatta a fiordo a sud di Paxos e situata fra Paxos e l'isoletta Mongonisi. E' molto carina ma un po troppo affollata, l'acqua non è molto pulita e puzza di alghe marce. Allora ritorniamo all'ancoraggio fuori del porto di Gaia.
Finalmente il mare ed il vento si calmano un po e facciamo il giro dell'isola di Antipaxos in senso antiorario. Ancoriamo per la notte in una bellissima caletta deserta ad est di Antipaxos.
La mattina seguente c'è un leggero vento di scirocco e fuori le onde di maestrale si sono calmate. Per la famosa baia di Lakka a nord di Paxos ora dovrebbe essere la condizione ideale.
La baia di Lakka deve essere molto apprezzata da tutti gli skipper del mediterraneo... Barche di ogni nazione si contendono lo specchio d'acqua. Ciò nonostante troviamo un posta ed ancoriamo su 4 metri di fondo di sabbia. Qui veramente si può dire che ci sono colori come nei caraibi.
Nel porticciolo riusciamo persino a comprare un'aragosta appena pescata (40 €/Kg) e delle bellissime triglie (25 €/Kg) da un pescatore. hmmmm! che cene deliziose ci aspettano!

 
a sinistra: Antipaxos, la bella caletta, a destra: Paxos, al calare del sole nella baia di Lakka


La temperatura dell'acqua in questi giorni di fine maggio è di soli 19°C. Troppo poco per lo skipper... Nei dintorni dell'isola Syvota c'erano 22°C. Allora si torna verso Syvota/Mourtos, lì c'erano anche molto meno barche.
Passando lungo la costa dell'isola Syvota vediamo un grosso yacht inglese a motore in mezzo ad una baia. Incuriositi andiamo a vedere un po più da vicino. Bellissima acqua cristallina e turchese, banchi di sabbia tra sabbia biachissima. Ancoriamo su 15 metri di fondo. Più tardi arrivano delle barche da gita e scaricano i turisti sulla spiaggia. Fortunatamente niente musica assordante...
In seguito veniamo a sapere, che questo posto viene chiamato la "blue lagune" o "blue bay" o anche "pissine" (piscina). Verso sera le barche di turisti se ne vanno ed anche il motoryacht inglese salpa l'ancora. Restiamo soli e ci spostiamo un po più all'interno della cala. A cena gustiamo doppiamente l'aragosta con la maionese fatta in casa...
Passiamo il giorno seguente in puro ozio e bagni. Le barche dei turisti non disturbano. Entrano ed escono dalla baia con rispetto e molto lentamente .
Per la notte seguente ci spostiamo verso la caletta sotto il monastero diroccato éil giorno seguente bisogna andare a fare la spesa.

 
Syvota  a sinistra: la "blue lagoon". a destra: un festino...

La mattina seguente, era il 31 maggio, ci arriva per SMS una bella ed inaspettata notizia. Siamo diventati nonni per la prima volta. Inaspettatamente perché con poco più di 7 mesi di gravidanza.
Il cellulare è in funzione ininterrottamente tutto il giorno... Tutto a posto. La nipotina sta bene e la nostra figlia maggiore anche.
Siamo talmente perturbati tutto il giorno, che rimandiamo la spesa alla mattina seguente...
Dopo aver fatto la spesa andiamo verso la costa sud di Corfù e ci fermiamo nella rada del porticciolo di Petriti, paesino molto carino. Il cielo è nuvoloso e le previsioni meteo non sono molto buone. Allora costeggiamo l'isola di Corfù verso nord e attracchiamo lateralmente nel porticciolo in costruzione a Benitzes.
Venerdì 2 giugno chiudiamo il primo cerchio nell'arcipelago ionico e torniamo alla Marina Gouvia. Sabato la nostra figlia minore ed il fidanzato arrivano per stare con noi una settimana.
Nella città di Corfù comincia la seconda odissea nelle filiali Vodafone per riuscire finalmente ad ottenere un'accesso ad internet attraverso cellulare e laptop.
Ah! no mi dicono questa volta. Con una SIM prepagata non si può accedere ad internet con il laptop, solo col telefonino stesso. Allora ci vuole un'abbonamento che si può ottenere come straniero, solo con l'intercessione di una persona di fiducia. Molto gentilmente la signora nell'ufficio della Marina Gouvia si mette a disposizione. Dopo più di un'ora nel negozio Vodafone, finalmente riesco ad ottenere la SIM. Il primo traguardo è raggiunto. Manca quello dell'accesso ad internet (terza odissea)...
Con i nostri ospiti facciamo nella settimana seguente approssimativamente lo stesso giro, Mourtos, Paxos ecc. Le condizioni meteo però erano piuttosto schifose. Cominciando da pioggia a Corfù. Ne abbiamo approfittato per fare un lungo giro dell'isola con un'auto a noleggio. Dopo un corto periodo di calma un temporale con pioggia torrenziale nel porto di Gaios a Paxos. Temperature basse e vento freddo nella baia di Lakka. I nostri ospiti hanno goduto molto poco bagni e sole...

 
a sinistra: Corfù, c'era un grande raduno Ferrari, a sinistra: Paxos, nel porticciolo di Gaios

Di ritorno a Gouvia e città di Corfù, terza odissea per l'accesso ad internet con il cellulare che naturalmente ancora non funzionava. Come mi aspettavo, nessuno conosce la configurazione per il mio cellulare e per il Macintosh e presa la decisione di tagliare le corna al toro e di comprare una scheda PCMCIA Quad di Vodafone con una sua appropriata SIM, vado in una filiale Vodafone.
No, questa scheda non funziona con il Mac, grosso rischio! Dopo alcune telefonate con il servizio internet della helpline di Vodafone risulta che la scheda Quad funziona bensì anche con il Mac (è questo che già sapevo dall'Italia e dalla Svizzera). Basta scaricare l'ultima software per il Mac dal sito Vodafone. E' quello che faccio in un Internet-Café e lì trovo, dopo una ricerca con Google, anche i driver GPRS e UMTS per il mio cellulare e per il Mac. Su di una panchina nel parco vicino alla piazza principale di Corfù provo i driver... Dopo vari tentativi, con il driver Sony Ericsson 3G CID3 ed il "numero di telefono" internet.vodafone.gr succede il miracolo! In seguito questa combinazione funziona molto bene ed anche in quasi tutti i posti remoti delle isole dell'Egeo. Un'accesso veloce con UMTS è stato però solo possibile all'isola di Egina.

Dal 10 giugno al 29 giugno, Corfù - Golfo Ambrachico - Lefkas - Meganisi
Sabato 10 giugno: gli ospiti se ne sono andati, siamo rimasti soli, il tempo sta migliorando e vogliamo visitare anche il resto delle isole dello Ionio.
La prima tappa ci porta di nuovo a Mourtos sotto il monastero. E' del resto lungo la rotta prevista e si è già fatto tardi.
Domenica 11 giugno: attraversiamo lo stretto canale che ci porta nel Golfo Ambrachico, passiamo accanto a Preveza ed andiamo all'ancora nella cala Aghios Marko (secondo le raccomandazioni nel libro di Heikell). Questa cala sembra veramente molto ben protetta ed ancoriamo su 12 m di fondo insieme a 4 barche di diverse nazionalità che però sono ancorate molto più vicino alla riva. Fino a sera ne arrivano altre quattro.
Lunedì 12 giugno: la mattina presto un temporale nelle vicinanze ci porta il vento direttamente dall'entrata della caletta e sulle barche vicino a riva c'è molto nervosismo e due barche ripetono l'ancoraggio. Noi stiamo fermi come inchiodati al fondo
.

 
a sinistra: Golfo Ambrachico, Ormos A. Marko. a destra: grande traffico nel canale di Lefkas

Non era molto piacevole ma non è durato molto. Quando il temporale si è allontanato, salpiamo l'ancora, che era cementata in un fondo fangoso, e ci mettiamo in cammino per il canale di Lefkas. Passiamo il canale con pioggia a tratti -che bello essere in una timoneria chiusa- e ci dirigiamo verso sud nella baia di Vlycho. Non avevamo mai visto così tante barche in un posto così stretto come nella parte superiore della baia nei pressi di Nydrion e nella cosidetta tranquil bay...
In parte sono barche charter, in parte barche belle e ben curate ma in parte anche barche maltrattate e ruderi che aspettano solo di colare a picco. Nella perte interna della baia, tante barche all'ancora visibilmente senza nessuno a bordo, In definitiva tutte barche che approfittano di questo porto naturale per non pagare niente. Questa baia è così ben protetta, che si può definire "hurrican hole".
La qualità dell'acqua è piuttosto dubbia...niente bagni...
Capisco ora (ed in seguito vedremo innumerevoli brutti esempi), perchè i Greci richiedano esplicitamente che la rimozione delle barche naufragate sia compresa nella polizza RC.
Caliamo l'ancora nella parte interna della baia e passiamo una notte tranquilla.
Martedì 13 giugno: Al mattino, finalmente sole e cielo terso. Passiamo vicino a Skorpios, l'isola di Onassis, e andiamo a Meganisi dove ancoriamo nella baia Ormos Atherinos, vicino ad una secca segnalata con un bastone e bandiera. Nel paesino, sono solo 3-4 case, compriamo un libro (in Italiano!) di cucina greca ed il giorno stesso proviamo una ricetta con un polpo comprato da un pescatore al molo del paesino. La ricetta si chiama "chtapodi stifado" cioè polpo stufato, un pò complicata ma accettabile come gusto.

 
a sinistra: Lefkas, la baia di Vlychon, la "tranquil" (?)-bay. a destra: Meganisi, l'Ormos Atherinos

Mercoledì 14 giugno: Vogliamo visitare anche le isole interne dello Ionio, quelle più vicine al continente e allora andiamo verso est in direzione di Mytika in continente, bel paesino in piena espansione turistica. Ancoriamo nella ampia baia a est del paese ed andiamo a fare la spesa col gommoncino. La varietà dell'offerta è abbastanza buona.
Poi continuamo lungo la costa est dell'isola di Kalamos fino alla baia dell'abbandonato paesino Port Leone dove ancoriamo. Questo paesino fu abbandonato dopo il grande terremoto che scosse le isole dello Ionio e solo la chiesetta viene ancora curata ed imbiancata.
Verso il pomeriggio si leva una risacca da sud e allora decidiamo di andarci a cercare una baia tranquilla e protetta possibilmente da tutti i venti. Scegliamo la baia di Syvota a sud di Lefkas e arrivarci, con vento ed onde contrarie è stato abbastanza "sobbalzante". Nella baia di Syvota il mare poi si calma solo dove la baia gira ad ovest.
Syvota è un bel paesino molto turistico e con molte taverne e poco posto ai moletti, già sovraffollati di barche di flottiglie. Nella baia ci sono parecchie barche all'ancora piuttosto vicine una all'altra di cui un Nauticat austriaco con della pelle nuda e non più tanto fresca messa visibilmente in mostra. Non sono una persona molto pudica e sono per la totale libertà, quando non disturba gli altri...
Giovedì 15 giugno: Itaca, l'isola di Ulisse. Era veramente Itaca? Piccola isola ripida e rocciosa dove potevano vivere solo dei pastori di pecore? Difficile crederci.
Non vogliamo andare nella baia principale di Vathy trafficata e rumorosa e allora ancoriamo nella bella caletta Dexia ad ovest di Vathy e situata dietro ad un'isoletta. E' stata la scelta sbagliata perché nel tardo pomeriggi arrivano i venti di caduta dalla ripida montagna e accellerati dallo stretto fra Itaca e Cefallonia. Onde corte e basse, ma molto ripide. Bah! si calmerà a tarda sera... L'ancora tiene saldamente ma il vento si calma solo alle prime ore del mattino.
Venerdì 16 giugno: via da questa caletta! Facciamo un giro all'interno della baia di Vathy. C'è parecchio posto per stare all'ancora. Continuamo comunque in direzione della caletta Sarakiniko sulla costa est della parte sud di Itaca. Bellissima piccola baia, molto idilliaca, calma, con acqua trasparente e fondo di sabbia. Non c'è molto posto. Tre altre barche sono all'ancora ed hanno le cime di poppa a terra. Per noi c'è giusto giusto ancora un posto dove possiamo ancorare alla ruota. A terra ci sono due piccole spiaggette, due case e in acqua tre barchette da pesca. Non c'è altro e in un posto così appartato, naturalmente non c'è segnale per il cellulare.

 
a sinistra: Lefkas, la baia di Syvota. a destra: Ithaka, la caletta Sarakiniko

Sabato 17 giugno: andiamo a Cefallonia nella baia di Fiskardo e cominciano 6 giorni terribili... Arriviamo nella baia ad un'ora alla quale la maggior parte delle barche lascia il porto e decidiamo di attraccare ad uno dei pontili. Raddrizzo la barca per attraccare di poppa e metto la marcia indietro. Si sente un tonfo in sentina e la barca non si muove. Rimetto la marcia avanti....niente! Ho pensato subito, che il cavetto di comando si era rotto il che, con un po di improvvisazione si sarebbe potuto aggiustare, almeno provvisoriamente. Guardo nella sentina dove c'è l'uscita dell'invertitore e l'asse e mi spavento. Si sono troncati i quattro prigionieri tra la flangia dell'invertitore e la flangia del raccordo elastico. Nessuna improvvisazione è possibile. Con il resto dell'abbrivo, l'asse dell'elica si è sfilata fino a che l'ogiva dell'elica si è bloccata sul timone. Cioè, il timone è bloccato.
C'era un po di vento da terra e la barca cominciava ad andare alla deriva. Caliamo l'ancora per fermare almeno la barca ed in quel momento anche il traghetto viene a complicare le cose. Ovviamente gli eravamo d'intralcio e cerco di fargli capire, che non mi posso muovere. Passa vicino a noi in seguito un grosso gommone con una famiglia italiana gentilissima a bordo e chiedo se mi possono rimorchiare verso la riva dalla parte nord est della baia dove ci sono altre barche alla fonda con cime a terra. Dopo due tentativi (c'era vento, la mia barca è pesante e il timone era bloccato su di un lato) ci riusciamo e con 80 m di catena e due cima a terra assicuriamo la barca. Con tempo stabile in quella baia tutti i pomeriggi soffia un vento di maestrale che raggiunge anche forza 5 e ci prende esattamente di lato. L'ancora tiene bene e le cime a terra anche. Per ora non ci sono molti problemi.
Con il gommoncino vado a terra e mi informo in ufficio di noleggio auto dove posso trovare un bravo meccanico. Mi danno un numero di telefono e chiamo il meccanico, che parla bene l'inglese. Gli descrivo il guasto e lui subito mi chiede, se ci si arriva bene all'asse dell'elica. Capisco questa domanda quando arriva nel pomeriggio e vedo la dimensione dell'uomo. Il suo diametro è almeno il doppio del mio e non riuscirebbe mai ad infilarsi nel gavone per fare il lavoro. No problem gli dico. Lui deve pensare solo ad estrarre i prigionieri troncati nella flangia dell'accoppiamento flessibile, a procurarsene nuovi ed io poi faccio il lavoro di sostituzione. I prigionieri hanno naturalmente una dimensione un po insolita: 7 cm di lunghezza, 11 mm di diametro e 1.25 mm di passo. Il meccanico dice che al massimoad Argostoli, città principale di Cefallonia, dovrebbe potersi procurare i prigionieri giusti.
La ricerca dura 4 giorni poi ritorna con 4 grosse viti di acciaio 8.8 che si potrebbero usare per fare i prigionieri nuovi. Ha un tornio. OK, se non c'è altra via...
Fino al sesto giorno, quando finalmente il guasto è stato eliminato, abbiamo vissuto in una continua paura per la sicurezza della barca. L'ancora teneva bene, ma cosa sarebbe successo se un'altra barca mi avesse spedato l'ancora? Un vero film di horror ed abbiamo visto anche parecchie barche nelle nostre vicinanze che dovevano ripetutamente rifare la manovra d'ancoraggio ed attraccaggio a terra perché con il vento di lato non era molto semplice. Una barca ha anche acchiappato la mia ancora ma fortunatamente sono riuscito a ribloccarla con una diecina di metri di catena in meno. Per sicurezza ho poi calato con il gommoncino un'ancora secondaria in direzione del vento.
Insomma, il sesto giorno, quando poi eravamo nuovamente in grado di manovrare, è stata una grandissima liberazione! Se fosse successo una cosa simile per esempio in una caletta come quella di Sarakiniko ad Itaca non so, come ce la saremmo potuta cavare. In tutti i casi so una cosa. L'inverno prossimo devo rinforzare questo accoppiamento!

 
Cefallonia Fiskardo   a sinistra: da questi pescatori si poteva comprare del pesce veramente ottimo. a destra: Rondinara aspetta la riparazione

Giovedì 22 giugno: finalmente liberi partiamo verso sud. Ci fermiamo per un bagno nella bella baia di Agriosiko e continuamo poi per la baia di Evphimia ed ancoriamo fuori del porto.
Venerdì 23 giugno: continuamo verso Argostoli con molta calma perché abbiamo bisogno di riempire nuovamente il serbatoio dell'acqua con il watermaker dopo la sosta forzata a Fiskardo.
Erano 43 miglia fino ad Argostoli, una tappa abbastanza lunga. Ad Argostoli attracchiamo lateralmente nel marina in costruzione dove c'è molto posto libero. L'accesso al marina è proibito ma sembra che il limeniko soma (guardiacoste) chiuda un occhio. Nel marina una barca francese, qualche barca ormeggiata per lungo tempo, barche di dimensioni mediograndi in costruzione ed anche alcuni ruderi. A terra non c'è nessun servizio. A piedi fino alla città attraversando il ponte ci si mette una ventina di minuti.
Sabato 24 giugno: ancora prima dell'alba delle voci si svegliano. Una coppia greca pesca con la canna al di fuori del molo. Al contrario della legge della natura è lui ad essere molto chiaccherone e lei solo hmmm, hmmm. Rassicurati ci riaddormentiamo fino a che un tonfo sordo e molto forte fa tremare la barca. Ci svegliamo di soprassalto, guardiamo in torno e controlliamo la situazione. Tutto a posto. Era un terremoto? Non crediamo perché la coppia greca sembra che non abbia sentito niente. Poi mi viene in mente, che in Grecia alcuni pescatori pescano ancora con la dinamite. Probabilmente qualcuno nelle vicinanze ha fatto brillare una carica sottacqua. Le onde sonore si propagano in acqua molto più velocemete ed intensamente che in aria.
Al mattino ci spostiamo ad attracchiamo lateralmente al molo nel porto di Argostoli. Voglio cambiare l'olio e i filtri al motore, vogliamo anche fare delle spese ed oggi fa molto, molto caldo. Persino i locali si lamentano. Dopo aver svuotato l'olio vado con i filtri ad un distributore della Shell. L'addetto mi guarda e con un tono imperativo mi dice "sit down and be still!", manda un ragazzo con il motorino a cercare i filtri e prende l'olio vecchio per il riciclo.
Lungo il molo ci sono molte barche da pesca che vendono direttamente il loro pescato. Che meraviglia! Così tante e belle specie di pesce che fare una scelta diventa difficile. Per i prossimi tre giorni compro un'orata (sicuramente non di allevamento!) da fare al forno con le patate, un nasello da fare lesso e da magiare con maionese fatta in casa e delle triglie da friggere. L'offerta di frutta e verdura fresca nel vicino mercato è anche molto buona. Che bello poter fare cambusa così!

 
Cefallonia Argostoli   a sinistra:nel marina in costruzione. a destra: lungo il molo

Dopo il cambio dell'olio, spesa, timbro nel PPMTD (che è durato 30 minuti per riempire un lungo formulario ed il calcolo complicato della tariffa di ca. 7 Euro) ed internet in un bar per scaricare le nuove foto della nipotina, era già troppo tardi per rimettersi in viaggio. Allora restiamo per una notte nell'acqua sporca e puzzolente di questo porto e fa caldo come in piena estate.
Domenica 25 giugno: partiamo abbastanza presto e facciamo rotta per Zacinto, l'isola più a sud dell'arcipelago ionico. Attorno al capo più a nord di Zacinto ci sono le note grotte azzurre che però guardiamo solo da fuori ma con l'intenzione di tornarci. Vento e mare erano favorevoli ad un giro di Zacinto in senso antiorario allora continuamo per la baia forse più nota del mediterraneo, la Wreck Bay. Lo scenario è fantastico. Una baia contornata da strapiombi di roccia calcarea molto chiara. In fondo, una spiaggia bianchissima con il relitto. Nella baia, un'acqua di un bellissimo colore azzurro.
Peccato che tante barche da gita turistica turbino un po la scena.
Caliamo l'ancora per un bagno e per il pranzo. Più a lungo non ci tratteniamo perché il maestrale comincia ad insistere ed entra una noiosa risacca. Continuamo poi lungo la costa verso sud alla ricerca di una baia dove passare la notte.

 
Zacinto   La fomosa wreck bay da sotto e da sopra

Nella stretta cala di Vromi non si può più ancorare liberamente. Si può solo attraccare a pontili di taverne o alle loro boe. Non ci piace per niente e allora continuamo verso sud lungo questa bellissima costa, priva di cale e con pochissimo traffico di barche. Solo al capo Marathia c'è la prossima cala protetta. Lì ancoriamo su di un fondo roccioso con poche macchie di sabbia. Speriamo bene...
La caletta è contornata da rocce a strapiombo. La catena a volte struscia sulle rocce del fondo e fa rumore ma passiamo comunque una notte tranquilla.
Lunedì 26 giugno: passiamo la mattinata con piccoli lavoretti (tolto un litro d'olio dal carter, ce n'era troppo, serrato le viti dell'accoppiamento elastico, pulito il filtro dell'acqua e tarato i regolatori degli alternatori alle temperature estive) e con bagni in questa bellissima acqua. Poi andiamo nella baia di Keri, all'ovest della grande baia di Lagana, nel settore C del parco marino dove ci sono varie spiagge dove la tartaruga di mare caretta caretta depone le uova. Nella baia di Keri ci sono buoni ancoraggi sia ad ovest che ad est del piccolo porticciolo.
Martedì 27 giugno: passato il capo sud est di Zacinto, ancoriamo solo per poco tempo nei paraggi del "Porto Roma". Questo tratto di costa è saldamente in mano a grandi alberghi ed ogni sorta di natante sfreccia rumorosamente nell'acqua. Allora continuamo in direzione del porto di Zacinto. Nella marina ancora (?) in costruzione a sud del porto commerciale si vedono solo un paio di relitti.
Nel lato nord e nordest del grande porto ci sono solo pochi posti per il diporto e si può anche ancorare liberamente nell'angolo sudovest. Attracchiamo nel lato nordest con ancora e cime di poppa e un'addetto di un "yachting club" (??) ci dà una mano. Niente acqua, niente corrente, niente servizi igienici, però la tariffa di 9 Euro al giorno è ragionevole. Almeno il timbro nel PPTMD viene organizzato dall'addetto stesso...
Le barche intorno a noi, che sono in maggior parte francesi, un'olandese ed un'italiano, non si muovono il giorno seguente. Dunque nessun pericolo che l'ancora venga spedata. Decidiamo allora su due piedi di fare un giro dell'isola con una macchina a noleggio il giorno seguente.
Mercoledì 28 giugno: l'interno dell'isola è molto verde ed intensamente coltivato. Il lato ovest è montuoso e spoglio. Visitiamo le grotte azzurre dal porticciolo di Ay Nikolaos a bordo di una barca con fondo di vetro. Le grotte vengono sovente comparate a quella di Capri. Sono belle e il colore dell'acqua è molto simile. Quella di Capri è però solo accessibile da una stretta entrata e all'interno penetra solo la luce solare che passa sottacqua. A Capri bisogna aspettare un momento, fino a che l'occhio si abitua all'oscurità, ma poi il colore che si rivela è assolutamente unico.

 
Zacinto   a sinistra: la spiaggia di Gerakas nella parte più a sudest dell'isola dove le tartarughe vengono a deporre le uova. a destra: il poco posto riservato al diporto nel porto di Zacinto.

Verso la fine della giornata andiamo a fare il bagno alla spiaggia di Gerakas. Spiaggia continuamente sotto controllo per tutelare la deposizione di uova delle tartarughe. Tirando le somme e a nostro avviso, Zacinto, isola prediletta dagli italiani perché vi è nato e vissuto Ugo Foscolo, è l'isola più bella dell'arcipelago ionico.

Dal 29 giugno al 4 gugno, Zacinto - Patras - Trizonia - Galaxidi - Canale di Corinto
Giovedì 29 giugno: La crociera continua in direzione est in direzione di Patras nel nord del Peloponneso. A Patras, che è come dimensione la quarta città della Grecia, spero di trovare i prodotti chimici per il lavaggio del dissalatore. Attracchiamo nel marina che è situato subito ad est del porto. C'è acqua, corrente e l'harbor master al femminile, molto gentile e carina, subito accanto. Nell'ufficio del marina invece, un dipendente piuttosto scontroso ed apatico e che non si prendeva nemmeno la pena di rispondere alle poche domande. Il prezzo di 29.25 Euro per una notte ci è sembrato anche abbastanza alto visto anche, che a giudizio olfattivo ed a vista, qualche fogna doveva scaricarsi in mare all'interno del marina. Il servizio della lavanderia invece, che a sera tardi è venuta a prendere la nostra biancheria e che l'ha riportata lavata e stirata il mattino seguente per 20 Euro, era buono.
Venerdì 30 giugno: al mattino mi metto alla ricerca di negozi di articoli nautici. Ce ne sono tre abbastanza vicini al marina ma tutti e tre piccoli e con poca scelta. Prendo un taxi per farmi portare in qualche negozio adatto ma anche questa ricerca che è durata un'ora, non porta a risultati positivi. Nessuno conosce prodotti chimici e filtri per watermaker. Patras ci ha lasciato un'impressione sconsolata e squallida. Non ci sono bei negozi. Traffico caotico. Patras è per i turisti solo un porto di attracco per i turisti che arrivano con gli innumerevoli e grossi traghetti.
La prossima volta che faremo questa rotta, non ci fermeremo a Patras. Lasciamo Patras il più velocemente possibile, passiamo sotto l'imposante ponte di Rion e ancoriamo al di fuori del porticciolo di Trizonia isoletta vicino alla costa nord del golfo di Corinto.

 
a sinistra: Patras, nel marina. Sullo sfondo, uno dei grossi traghetti. a destra: il ponte di Rion. Ci passerà Rondinara?

L'isoletta di Trizonia ed il paesino sono carini, il marina in (eterna) costruzione è usabile e l'ancoraggio nella piccola baia è ben protetto. Nel tardo pomeriggio si alza un vento piuttosto forte di qualche temporale che passa nelle vicinanze e la tenuta della nostra ancora che tiene saldamente, viene nuovamente messa alla prova.
Sabato 1 luglio: al mattino visitiamo il paesino addormentato. Nel minimarket non c'è pane fresco. Bisogna ordinarlo il giorno prima ci dice la signora alla cassa. Gli diciamo che siamo solo di passaggio e che vorremmo ripartire oggi stesso. Al che sparisce nel posteriore del negozio e torna con un pane del giorno prima. Quel pane, ravvivato poi in forno, è durato per altri e due giorni!
Partiti da Trizonia volevamo passare la notte nella profonda cala Ormos Anemokampi. La descrizione nel libro di Heikell non corrispondeva più alla verità. Tutti i dintorni sono deturpati da allevamenti ittici. Nella cala acqua opaca e sporca. Due relitti a due boe nel bel mezzo della cala. A terra l'albergo con ristorante come descritto ma completamente abbandonati. Non vale veramente la pena entrare in questa cala. Nel frattempo comincia a farsi tardi e allora ancoriamo nel nord della cala Anemokampi insieme ad un grosso motoryacht greco. La notte è stata tranquilla malgrado un vento di terra abbastanza fresco.

 
a sinistra: Trizonia, il "marina" in costruzione ma già pieno di relitti, a destra: pioggia battente durante un temporale a Galaxidi

Domenica 2 luglio; la mattina presto doppiamo il Capo Pounta e andiamo al porticciolo di Galaxidi dove un "capitano del porto" autodefinito ed autoritario ci da un posto lungo il molo. Volevamo cercare un posto sicuro da queste parti per poter andare in tutta calma a visitare l'antico sito di Delfi con un'auto a noleggio. Vale veramente la pena di visitare Delfi. Ci si chiede solo, perché nell'antichità questo luogo di culto e dell'oracolo è stato costruito su questo fianco di montagna così ripido. Al giorno d'oggi con i mezzi tecnici a disposizione...ma a quei tempi? Nel moderno museo accanto agli scavi sono esibiti dei bellissimi reperti trovati sul luogo, tra cui il famosissimo auriga. Da non mancare!
Sulla via del ritorno verso Galaxidi andiamo a dare un'occhiata al marina di Itea. Fa una buona impressione, è quasi terminato ma non è ancora in regolare funzione. Alcune barche da diporto già lo usano. Arrivati a Galxidi il cielo diventa sempre più scuro nei dintorni di Itea e Delfi. Si sentono i tuoni in lontanaza. Ben presto una burrasca da temporale si forma nella regione e fortunatamente il forte vento ci tiene scostati dal molo. La polvere, il ghiaino, bandierine di una festa volano per aria e molto atterra sulla nostra barca. Bisognerà dare una bella lavata. Piogge torrenziali e grandine non mancano. Dopo un'oretta tutto lo spettacolo è finito e a sera possiamo visitare il paesino in festa, godere la fiaccolata della gioventù locale lungo il molo e quella delle barche da pesca nella baia.

 
Delfi   a sinistra: l'anfiteatro. a destra: il famoso Auriga

Lunedì 3 luglio: al mattino con molta calma ci avviamo verso le isole Alkyonides, piuttosto in fondo nella parte nord del golfo di Corinto. Secondo Heikell, lì ci dovrebbero essere degli belli ancoraggi. Durante il cammino c'è calma piatta e do una lavata alla barca con l'acqua dolce (il serbatoio è pieno e il dissalatore è in funzione...). Quasi arrivati a destinazione si vede in lontananza a ovest l'acqua che ribolle per il forte vento da est/nordest. Ahi! qualcosa ci arriva addosso! L'ancoraggio alle tre isole mi sembra rischioso e allora giriamo in direzione della baia di Corinto.
Non oso passare il canale il tardo pomeriggio e con questo vento, non saprei neanche dove andare dopo il canale, non conosco le condizione meteo dall'altra parte e la descrizione del porto di Corinto non è molto incoraggiante. Allora decidiamo di cercarci un posto davanti a Loutraki. Non è stato molto facile cercare un'ancoraggio adatto con le raffiche di vento forza 7-8 che scendevano dalla montagna. Finalmente caliamo l'ancora su 17 m di fondo con 70 m di catena. In seguito il vento aumenta ancora di forza e arriva fino a forza 10. Controllo preoccupato il movimento della barca sul plotter ed inserisco gli allarmi di profondità e distanza. Intorno a noi l'acqua vola in orizzontale e nelle raffiche viene anche risucchiata in alto. E' stata una notte per niente tranquilla e il rumore era assordante. A turno abbiamo controllato la situazione.
Martedì 4 luglio: Il giorno seguente non era molto meglio e il martedì il canale è chiuso per lavori di manutenzione. Verso le 17 comincia a muoversi qualcosa dalle parti del canale e sul VHF si sentono comunicazioni tra la torre di controllo e le barche in attesa. Acchiappo il VHF e mi prenoto per il passaggio. Si trovi tra 10 minuti all'imboccatura mi rispondono. 10 minuti? Tra il salpare l'ancora e lo spostamento fino all'entrata del canale mi servono più di 10 minuti! In fretta e furia salpiamo l'ancora e a tutta birra andiamo verso l'entrata. Uno yacht a motore ed una piccola motocisterna stanno già antrando. Fuori, davanti all'entrata un mercantile turco si prepara ad essere rimorchiato. Mi infilo davanti a lui per passare prima ed avrebbe funzionato senza problemi ma la torre di controllo mi chiama e mi dice di passare dopo il mercantile. Bah! E va bene... Aspettiamo che il mercantile sia entrato nel canale e lo seguiamo.

 
Canale di Corinto   a sinistra: lo scomodo passaggio dietro al mercantile, a destra: la torre di controllo ad Isthmia. Qui si paga la tassa di transito.

Il canale è già stretto secondo la mia opinione e per la mia barca. In molti punti al mercantile rimane solo mezzo metro su ogni lato ma viene rimorchiato con grande precisione malgrado il vento di lato.
Il passaggio dietro ad un mercantile che si muove con soli 2-3 nodi non è per niente facile. Per di più ci si mette anche il vento ed i vortici di corrente provocati dallo spostamento dell'acqua. Tenere la rotta al centro del canale con una velocità così bassa richiede continui interventi al timone e ripetuti cambi marcia avanti-folle-marcia avanti. Dopo circa 3 miglia di canale usciamo ad Isthmia. Il vento c'è anche da questa parte, ma molto meno impetuoso che a Loutraki. Attracco lateralmente al molo vicino alla torre di controllo e vado a pagare la tassa di transito. Il transito attraverso il canale più caro al mondo (relazione costo/lunghezza) è costato 144 Euro che ho potuto pagare con la carta di credito. Esausti e frastornati dal vento di Loutraki, andiamo ad ancorare nella baia di Kalamaki che si trova direttamente a nord del canale.

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